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Venerdì, 09 Febbraio 2018 16:29

Volontariato in ospedale

A molti sarà capitato di varcare la soglia di un Pronto Soccorso e di trovarsi di fronte alle varie sfaccettature della sofferenza: quella dell’ammalato, incentrata sulla paura per la sua vita; quella dei familiari, che si sentono impotenti davanti alla malattia del proprio caro; quella del personale sanitario che, prioritariamente assorbito dai molteplici aspetti medici, a volte non riesce a farsi carico della persona dell’ammalato e dei suoi familiari nella loro complessità. 

E’ da ciò che nasce la nostra idea di entrare, come volontari e portatori di misericordia, nei meandri di un luogo così intriso di dolore come un Pronto Soccorso, in cui l'empatia e l'accoglienza diventano marginali rispetto all'urgenza dell'intervento medico ma dove, proprio per questo, sarebbe importante colmare tutti quei piccoli, grandi spazi che inesorabilmente si creano nell’iter meccanico della cura del paziente.

La nostra “Missione” è, dunque, quella di essere uno strumento di supporto e di sostegno umano ed emotivo per quanti, da malati o da familiari dei malati, si trovano a dover accedere al Pronto Soccorso al fine di renderne meno gravosa l’attesa, di condividerne ansie e paure, di recare conforto ed alleviarne la pena.

I nostri obiettivi sono:

  • favorire il processo d'umanizzazione, facendoci carico della solitudine dei pazienti nei limiti fisici ed emotivi che essa comporta. Al volontario non sono, dunque, richieste competenze specialistiche in ambito medico/sanitario ma soltanto buone capacità relazionali, disponibilità all'accoglienza ed attitudine alla condivisione;
  • alleviare le attese, e le ansie che inevitabilmente crescono al passare delle ore, tanto dei pazienti che aspettano di essere curati quanto dei loro familiari;
  • creare uno spazio per assistere il paziente ed i suoi familiari, anche al solo fine di confortarli ed incoraggiarli in attesa della chiamata del medico o dell'infermiera;
  • assicurare una presenza assidua e vigile, stare accanto al paziente che attende le cure necessarie possibilmente sgomberando la mente dai nostri crucci personali e facendolo sentire al centro dei nostri pensieri, essere a sua completa disposizione senza, tuttavia, lasciarci troppo coinvolgere emotivamente da problemi e situazioni che in quel momento non riusciamo a risolvere. Mettendoci semplicemente in ascolto, sarà il paziente stesso a chiederci di intervenire al suo posto.

L'impegno richiesto per l'attività di volontariato sarà molto limitato, si tradurrà in poco più di un paio d'ore a settimana e verrà configurato secondo le disponibilità di ognuno, nei giorni e negli orari preferiti.

Questa esperienza accrescerà sicuramente le nostre capacità relazionali. Ed impareremo a comunicare con quanti, da malati, vivono un disagio ancora maggiore perché soli, anziani, giovani in difficoltà, persone di altre culture lontane. 

Aiutare ad alleviare la sofferenza, donare un sorriso, regalare poche ore al mese del nostro tempo a chi ha bisogno di noi non può che farci sentire migliori. Non ci viene richiesto altro se non metterci in un atteggiamento d’amore, stare in ascolto ed essere pronti ad accogliere le richieste del fratello che ci vive accanto.                                                                                                                      

Don Antonio Abruzzini